Il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia è uno degli edifici che ci ha maggiormente affascinato durante il nostro viaggio on the road in Polonia; questo grattacielo si trova in pieno centro della città che ricorda le Sette Sorelle, i grattacieli che si trovano a Mosca, in Russia, volute da Stalin.

A tutti gli effetti il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia è l’ottava sorella, come i grattacieli di Mosca infatti anche questo è stato voluto da Stalin, che lo donò al popolo polacco da parte del popolo sovietico.

Questo grattacielo è, ancora oggi, l’edificio più alto della Polonia con un’altezza totale che raggiunge i 237 metri.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza venne stato realizzato immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e rappresenta un esempio di architettura che incorpora il realismo socialista e lo storicismo polacco; questo stile è stato anche definito gotico stalinista.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia è stato, e in parte lo è ancora, al centro di accesi dibattiti nel paese, di fatto è un palazzo dalla storia controversa e rappresenta tutto ciò che la Polonia, negli ultimi decenni, ha cercato di dimenticare e rinnegare, in particolare dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 e il rapido crollo dell’Unione Sovietica.

La storia della costruzione del Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia

Negli anni ’50, nel secondo dopoguerra, la città di Varsavia presentava ancora i terribili segni dei massicci bombardamenti da parte dei tedeschi, che cercarono di raderla completamente al suolo nel 1944.

Lentamente la Polonia iniziò un processo di ricostruzione e, in questo contesto, l’Unione Sovietica, che in quel periodo esercitava una forte influenza sul paese, si offrì di regalare una importante infrastruttura alla città di Varsavia per dimostrare l’unione tra i due popoli, in realtà l’idea di Stalin era quella di dimostrare il dominio sovietico il tutti i paesi facenti parte della Cortina di Ferro.

I giornali dell’epoca scrivevano che Varsavia avrebbe potuto scegliere il proprio dono da parte dell’Unione Sovietica tra tre progetti infrastrutturali importanti per la rinascita della città: la metropolitana, un complesso residenziale con ospedale e un grattacielo; ma questa ovviamente era più che altro propaganda sovietica, in realtà non c’era alcuna possibilità scelta.

Anche il luogo dove sarebbe stato edificato il grattacielo regalo di Stalin era già stato stabilito a priori; anche in questo caso però vennero proposte cinque location, ma ovviamente era già stato deciso che il Palazzo della Scienza e della Cultura avrebbe dovuto sorgere in una zona centrale, anche se questo avrebbe comportato l’abbattimento di numerose case e il ricollocamento di coloro che le abitavano.

Prima di iniziare il progetto del grattacielo una delegazione sovietica venne inviata in Polonia al fine di studiare l’architettura polacca, questo avrebbe dovuto aiutare gli architetti ad incorporare elementi tipici polacchi nella struttura per armonizzarla al contesto urbano di Varsavia; in realtà anche questa visita fu mera propaganda sovietica.

In realtà era già stato deciso che il Palazzo della Scienza e della Cultura sarebbe stato costruito in stile gotico stalinista e Lev Rudnev, l’architetto dell’Università di Mosca, ne sarebbe stato il progettista.

Il Palazzo della Scienza e della Cultura sarebbe stato un edificio libero da bruttezza e disordine; inizialmente il progetto prevedeva l’edificazione di un grattacielo di 30 piani, ma in seguito vennero aggiunti altri 12 piani al grattacielo, in questo modo, una volta terminato, l’edificio sarebbe stato visibile da ogni angolo della città.

Nell’aprile 1952 i dignitari del partito comunista polacco approvarono il progetto del grattacielo realizzato dagli architetti sovietici e venne firmato un accordo tra l’Unione Sovietica e le autorità polacche per costruire quello che venne definito come il simbolo della nuova capitale della Polonia.

un diamante donato dal cuore stesso del grande compagno Stalin”

La costruzione avrebbe dovuto essere finanziata e realizzata interamente da parte dell’URSS, in particolare i sovietici si erano impegnati a fornire tutti i materiali da costruzione e la forza lavoro necessari per completare l’edificio; ma questo accordo venne rispettato solamente in parte, in realtà molti materiali di costruzione provennero da varie zone della Polonia e venne impiegata anche manodopera polacca.

Gli scavi delle fondamenta del Palazzo della Scienza e della Cultura iniziarono il ​​2 maggio del 1952; ma prima fu necessario demolite numerose case che, incredibilmente, erano sopravvissute ai bombardamenti della guerra, vennero rimosse anche strade e piazze per creare il luogo in cui sarebbe sorto il mastodontico edificio stalinista

Per permettere alla popolazione di Varsavia di osservare la costruzione del nuovo simbolo della città i sovietici costruirono piattaforme sopraelevate in legno da dove si poteva ammirare le attività del cantiere.

Nel progetto del Palazzo della Scienza e della Cultura era stata prevista anche una grande Piazza delle Parate che però non venne mai realizzata e, ancora oggi, è visibile l’area in cui avrebbe dovuto sorgere.

Il grattacielo voluto da Stalin avrebbe dovuto rappresentare la rinascita e il futuro di Varsavia, ma realizzare un palazzo così opulento, quando in buona parte della città erano ancora ben visibili i danni della guerra, venne visto dai polacchi come un inutile spreco di denaro che poteva essere investito diversamente e in modo più utile alla popolazione, e come segno della follia staliniana.

Per la costruzione dell’edificio vennero fatti arrivare a Varsavia circa 4.000 lavoratori sovietici; a costoro venne interdetto il contatto con la popolazione locale.

Per gli operai sovietici venne costruito il complesso residenziale di Przyjazn a Jelonki; questo villaggio operaio, oltre alle abitazioni, aveva al suo interno una sala comune, un centro radio, un cinema e una piscina, ed era sempre strettamente sorvegliato da guardie sovietiche.

Anche diversi lavoratori polacchi, formati e supervisionati da ingegneri sovietici, vennero impiegati per edificare il Palazzo della Scienza e della Cultura.

Il grattacielo di Stalin venne costruito in modo sorprendentemente rapido, soprattutto per l’epoca; la corsa senza sosta per l’edificazione del palazzo prevedeva turni di lavoro sia di giorno che di notte e questo fu uno dei fattori principali che causò la morte di 16 lavoratori sovietici e molti altri incidenti non mortali.

Nonostante la velocità con cui si portarono a termine i lavori Josef Stalin non riuscì a vedere la sua opera completata poiché morì nel 1953, prima che i lavori vennero terminati.

Il 21 luglio 1955, l’ambasciatore dell’Unione Sovietica e il Primo Ministro della Repubblica Popolare di Polonia dichiararono terminata la costruzione del grattacielo e lo chiamarono Palazzo della Cultura e della Scienza Joseph Stalin, Pałac Kultury i Nauki im Józefa Stalina, in onore del dittatore che finanziò il progetto; il giorno seguente il Palazzo venne aperto al pubblico.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia dalla fine dell’URSS ad oggi

Il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia fu la cosa più vicina alla prosperità che i polacchi, durante il periodo sovietico, avessero mai sperimentato, così come accadde a Mosca con la metropolitana; questo edificio voleva essere un lusso per le masse.

A differenza dei palazzi staliniani di Mosca, il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia venne interamente adibito ad un utilizzo pubblico, a disposizione dei cittadini; infatti venne progettato per ospitare diversi musei, teatri e impianti sportivi tra cui una piscina coperta.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza era anche un segno tangibile di quanto la Polonia fosse strategicamente importante per Mosca e per Stalin.

Immediatamente dopo la morte di Stalin iniziò a serpeggiare il malcontento e alcune voci di critica: il grattacielo di Stalin iniziò ad essere percepito, da sempre più persone, come un simbolo dell’occupazione sovietica piuttosto che come un dono generoso da parte dell’URSS. 

Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 e la disgregazione dell’Unione Sovietica l’ingombrante grattacielo voluto da Stalin non solo venne rinominato, il nuovo nome fu Palazzo della Cultura e della Scienza, non includendo più il nome di Stalin, ma divenne il destinatario della manifestazione di un sentimento di odio accresciuto nel corso degli anni verso l’URSS.

Come prima cosa si cercò di cancellare i segni più tangibili del recente passato sovietico dal Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia: le lettere in ottone con il nome completo del palazzo, che per anni erano visibili nella sala principale, ora giacciono in una scatola; mentre il nome del dittatore sovietico rimane solo sul frontone, ma è coperto da un’insegna al neon e da una lamiera nello stesso colore della facciata.

Nel 1990 un milionario americano di origini polacche presentò un’offerta di acquisto per il grattacielo per trasformarlo in un hotel di lusso, ma il progettò sfumò a causa dell’assassinio del ricco uomo d’affari.

Alla fine del XX secolo il Comune di Varsavia decise di indire un concorso per decidere il futuro del Palazzo della Cultura e della Scienza e della zona circostante: al comune giunsero ben 297 progetti.

Molti dei progetti giunti al Comune di Varsavia prevedevano l’abbattimento dell’edificio a testimonianza dei sentimenti negativi che i polacchi provavano nei confronti del grattacielo.

 Giunsero anche alcuni progetti piuttosto bizzarri e stravaganti come ad esempio:

  • la demolizione del palazzo e la costruzione di due alte piramidi in oro e viola
  • l’abbandono del grattacielo e lasciare che, una volta divenuto un rudere, venisse ricoperto dalla vegetazione e abitato dagli uccelli, con divieto totale di ingresso per le persone; una sorta di collina nel centro di Varsavia
  • la suddivisione dell’edificio in quattro parti che poi sarebbero state trasferite in altre parti della città di Varsavia

Ovviamente nessuno di questi progetti fantasiosi vinse il concorso; fu scelto un progetto più modesto che prevedeva di circondare il Palazzo della Cultura e della Scienza con diversi edifici altissimi per oscurarne la vista, ma questo progetto non venne mai realizzato per mancanza di fondi.

Infine nel 2007 il Palazzo della Cultura e della Scienza è stato inserito nel registro dei beni del patrimonio culturale in Polonia, eliminando così ogni progetto futuro che ne preveda l’abbattimento.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia oggi

Oggi il Palazzo della Cultura e della Scienza è una struttura multifunzionale, ospita concerti, musei meravigliosamente stravaganti, il cinema multisala più famoso della città, diversi bar, teatri alla moda, una sala concerti con una capacità di 3000 persone, un’università e un’enorme piscina.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza, che per molti ha rappresentato un simbolo dell’oppressione di un governo impopolare imposto dai sovietici, oggi è uno degli edifici e simbolo di Varsavia più conosciuti e riconoscibili ed una destinazione molto amata dai turisti.

La terrazza al trentesimo piano è uno dei luoghi visitati dalla maggior parte dei turisti durante un loro soggiorno a Varsavia, da qui è possibile godere del bellissimo panorama della città da un’altezza di 114 metri.

L’incubo di un pasticcere ubriaco

Władysław Broniewski

Curiosità sul Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia


Durante la costruzione otto persone sono morte per via della rottura di un ascensore, mentre diversi lavoratori ubriachi sono annegati nella Vistola o sono caduti nel cemento fresco.

Stalin non ha mai visitato il cantiere, Krusciov invece visitò il cantiere e, come in altre occasioni, mostrò di non condividere la visione staliniana e, mentre camminava tra le impalcature, si dice che disse: “Costruiscono bene, costruiscono bene, ma costruiscono costosi”.

Nel Palazzo della Cultura e della Scienza venne costruito un ascensore monoposto che avrebbe dovuto essere utilizzato da Stalin durante la sua visita che non avvenne mai; ora questo ascensore non è più operativo. 

Ai residenti di Varsavia piace ricordare che la terrazza al trentesimo piano del Palazzo della Cultura e della Scienza offre la vista migliore della città perché è l’unico punto di Varsavia da dove sicuramente non si vede il grattacielo.

Come tutto quello che appartiene al periodo sovietico è percepito negativamente dai polacchi ancora oggi e la maggior parte dei cittadini non vede alcun motivo per ricordare o commemorare fatti o celebrare edifici; in effetti il comunismo venne imposto con la forza alla Polonia all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e gli anni che ne seguirono furono uno dei periodi più bui della loro storia.

Oggi l’edificio è la casa di numerosi animali, tra questi c’è una colonia di gatti che tengono puliti i sotterranei dell’edificio dai topi; mentre i piani più alti ospitano i nidi dei falchi pellegrini e, qualche piano più in basso, nidificano i gheppi infine, dal 2015, sul tetto del teatro all’ottavo piano si trova un insolito apiario.

Il grattacielo è stato soprannominato Pechino dai cittadini di Varsavia e questo perchè PKIN, l’acronimo in polacco di Palac Kultury i Nauki, è anche il nome della capitale cinese in polacco.

Alla vigilia di Capodanno del 2000, è stato installato il secondo orologio più grande d’Europa, il diametro di ciascuno dei 4 quadranti dell’orologio è di 6,3 metri, mentre il peso di ogni quadrante, lancette incluse, è di 450 chilogrammi; la lancetta delle ore è lunga 2,7 metri e la lancetta dei minuti è lunga 3,54 metri e, su tutti i quadranti dell’orologio, si può osservare la Sirena simbolo di Varsavia.

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