Il Vinitaly 2019 che, come tutti gli anni, si è tenuto a Verona, è stata una manifestazione che ha confermato il successo delle passate edizioni, una vetrina importante per le cantine italiane e per le loro produzioni d’eccellenza.

La più importante fiera dedicata al vino attira ogni anno moltissimi acquirenti da ogni angolo del mondo, che giungono qui per scoprire nuove realtà, degustare annate particolari, scoprire abbinamenti nuovi ed insoliti e, ovviamente, per acquistare i vostri vini.

Insomma, il Made in Italy funziona alla grande, non solo nella moda, nel design e nel food, ma anche nel settore dei vini.

Tra le realtà che abbiamo avuto il piacere di incontrare e di conoscere c’è il Consorzio del Brachetto d’Acqui, che si occupa di promuovere i vini che si producono con il vitigno Brachetto, ma anche la conoscenza e la conservazione del territorio d’origine.

Il Brachetto d’Acqui nasce sulle dolci e sinuose colline dell’Alto Monferrato, in Piemonte; un’area vocata e variegata, dove il vitigno aromatico del Brachetto si esprime al meglio sin dall’antichità.

La leggenda racconta che, fin dai tempi dell’antica Roma, il vino di queste terre fosse molto apprezzato e che Cleopatra fosse innamorata del suo gusto e dei suoi profumi.

Infatti, sempre stando alla leggenda, si racconta che, Giulio Cesare prima e Marco Antonio poi, portassero in dono all’affascinante regina d’Egitto numerose otri di “vinum acquense” che Cleopatra riteneva essere afrodisiaco e perfetto per i suoi incontri amorosi.

E se lo diceva Cleopatra c’è sicuramente da fidarsi!

La storia più recente, a partire dagli anni ’50 del XX secolo, vede il Brachetto riconquistare il ruolo che merita; un produttore locale infatti iniziò a produrre un Brachetto spumante, elaborato in autoclave con metodo Charmat.

Quel momento segna la rinascita di un vino che rischiava di essere dimenticato; oggi questo vino aromatico viene prodotto da numerose cantine e i suoi estimatori crescono ogni anno.

Un passo molto importante fu il riconoscimento di qualità DOCG, ossia Denominazione di Origine Controllata e Garantita; questo importante e prestigioso riconoscimento venne assegnato nel 1996, grazie al grande lavoro svolto dal Consorzio di tutela.

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Quello che ci piace sottolineare è anche l’attenzione al territorio e alla natura, ed è proprio il territorio e le sua particolari caratteristiche che rendono questo vino così delizioso.

Per chi non lo conosce ancora il consiglio è di provarlo, il colore rosso intenso affascina fin da subito ed il sapore morbido e fruttato colpisce le papille gustative come un fulmine.

Anche per chi non è esperto degustatore di vini il Brachetto d’Acqui si presenta di facile bevuta, un vino un po’ “ruffiano”, che si fa amare fin dal primo sorso.

Solitamente viene abbinato ai dessert, ma è interessante anche abbinarlo al salato, come ad esempio dei formaggi stagionati, oppure è possibile usarlo per creare delle ricette, come ad esempio un risotto al Brachetto d’Acqui e petali di rosa, oppure si possono creare gradevoli drink, come la rivisitazione dello Spritz, il Brizz: 1/3 di Brachetto d’Acqui DOGC, 1/3 di Aperol e 1/3 di selz o acqua gassata, si aggiungono 2 cubetti di ghiaccio e l’aperitivo è servito

In realtà esistono 3 tipologie di Brachetto d’Acqui: il vino rosso, detto anche “tappo raso” ossia il primo vino che venne prodotto dal vitigno del Brachetto, lo spumante e il passito; abbiamo degustato sia il tappo raso sia lo spumante e ci sono piaciuti molto entrambi.

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Con l’obiettivo di valorizzare al meglio in vitigno del Brachetto, dalla vendemmia 2017 alcuni produttori hanno iniziato a produrre un vino spumante rosé, una rivisitazione del Brachetto che si rifà alla tipologia secca che era diffusa nei primi anni del ‘900.

Nasce così l’Acqui DOGC Rosé, prodotto esclusivamente da uve autoctone Brachetto; questo vino, nonostante sia più secco, conserva l’aroma fruttato e floreale tipico del Brachetto, ha un sapore fresco con bollicine setose e si presta ad essere bevuto in diversi momenti della giornata e più essere abbinato a molti piatti dolci e salati.

Ora che il Vinitaly è terminato abbiamo un nuovo appuntamento in agenda: visitare l’Alto Monferrato, scivolare lenti tra le sue morbide colline, ammirare i paesaggi bucolici, passeggiare tra le vigne e gustare gli ottimi vini del territorio.

Il Monferrato è anche la terra di ottimi formaggi e i suoi piatti tipici sono deliziosi, quindi……buon viaggio, ci vediamo in Monferrato!

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