Terra di antichi legami sciamanici dove la natura e gli animali sono i padroni e gli uomini possono solo custodire un simile patrimonio, L’amazzonia è un dei luoghi più selvaggi del nostro pianeta che racchiude al suo interno microcosmi di incomparabile bellezza.

Ho avuto la fortuna di visitare la foresta amazzonica dell’Ecuador, e più precisamente il Parco Nazionale dello Yasunì.

Per arrivarci occorre navigare sul fiume Napo per circa 3 ore con una barca a motore, e successivamente, quando le acque diventano troppo basse, si inizia una navigazione fluviale in canoa.

L’impatto emotivo che si ha quando si entra nel cuore della foresta è indescrivibile, suoni, rumori, fruscii, la pagaia che lentamente si infrange nel fiume, il cinguettio degli uccelli, variopinte farfalle che accompagnano il nostro cammino, le urla in lontananza delle scimmie; in ogni momento può accadere qualcosa di meraviglioso, il rumore di un tuffo, potrebbe essere una lontra, un caimano o addirittura un anaconda. È tutto poeticamente perfetto, ogni angolo è unico, la vegetazione ti accoglie e ti avvolge come una mamma premurosa, sei entrato nel più puro degli ecosistemi.

Sfumature di verde ci guidano durante il tragitto mentre il sole gioca a far capolino tra gli alberi ed a specchiarsi nel fiume, all’improvviso Meliton (la guida nativa) ferma la canoa ed mi dice di non muovermi, non capisco cosa stia succedendo, secondo il mio occhio inesperto è tutto normale, ma lui scende dalla canoa e, incurante dei piranhas, attraversa il fiume e sposta un cespuglio, dietro il cespuglio c’era proprio lei, la regina delle paludi, l’anaconda. 5 metri di boa constrictor intento a pisolare nei canneti, probabilmente dopo un lauto pasto. Rimango colpito dal suo corpo dai disegni geometricamente perfetti e contemplo la sua bellezza, trovarsi davanti ad un anaconda non è cosa da tutti i giorni!

Proseguiamo il nostro cammino verso la comunità di Kichwa Añangu, una comunità nativa che ha deciso di sviluppare il turismo comunitario e l’ecoturismo per contrastare la deforestazione ad opere delle grandi compagnie petrolifere.

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Qui vengo accolto con grande ospitalità, mi fanno subito assaggiare una bevanda locale, la Guayusa, un infuso rinfrescante e curativo.

Durante il mio soggiorno ho sperimentato le tecniche di caccia e pesca della comunità, ho assaggiato i loro cibi tipici, tra cui i “Chontacuro” delle larve grasse e polpose che vivono all’interno del tronco della palma, ottima fonte di proteine a km 0.

Un’ esperienza indimenticabile è stato salire su una torretta di avvistamento, costruita apposta dalla comunità, ed osservare i Guacamayos (pappagalli) in volo, macchie di vivacissimi colori gialli blu e rossi che contrastano con la lussureggiante vegetazione ed il limpido cielo celeste, un mosaico di colori degno dei migliori pittori impressionisti.

Yasunì pappagalli

Emozione fortissima è stato avere un face to face con un caimano, il re di queste acque. Ho avuto la possibilità di incontrare da vicino un esemplare di caimano nero durante un’escursione fluviale e di ammirare una creatura ancora preistorica. Il suo fare sornione a pelo d’acqua trae in inganno molti animali che avvicinandosi troppo finiscono nelle sue fauci. E’ stata un’emozione che porterò per sempre dentro di me, osservare a 10 cm di distanza la bocca di un caimano con i suoi denti aguzzi pronti all’attacco è una sensazione tra meraviglia e coraggio, ma non di paura, sono dell’idea che gli animali sono tutti buoni se non vengono infastiditi.

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Quando si visita l’Amazzonia bisogna dimenticarsi del mondo tecnologico in cui siamo abituati a vivere, scordarsi cellulare, wifi, ecc ecc. Ci si deve immergere completamente nello spirito della foresta ammirando, contemplando e rispettando un luogo magico e misterioso. Un antico proverbio indigeno recita: “hay que respetar el bosque para que el te respete” cioè si deve rispettare la foresta per essere accettati dalla foresta. Ogni suono, ogni colore, ogni odore e movimento racconta una storia e cela dei segreti che forse non conosceremo mai.

L’esperienza nello Yasunì rimarrà per sempre tatuata nella mia mente e scolpita nel mio cuore, ho imparato a vedere le cose con una diversa prospettiva grazie agli insegnamenti della comunità, ho osservato ed ascoltato la natura e lei mi ha ringraziato offrendomi incredibili avventure.

Dopo un viaggio in Amazzonia ti elevi dal superfluo delle cose materiali e riesci a cogliere sempre il lato positivo e la bellezza delle situazioni.

Il contatto ravvicinato che si ha con gli animali è impressionante, sei un ospite nel loro regno e capisci quanto sia bella e perfetta la natura.

Consiglio a tutti di visitare la foresta amazzonica e il parco dello Yasunì per vivere momenti ed emozioni uniche.

Testo e Photo Credits: Nicolò Dallamano

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