Arrivando da Muscat, dopo aver percorso più di 100 km e dopo aver visitato i Wadi, ci lasciamo la bianca cittadina di Sur alle spalle e proseguiamo verso Est, c’è solo la strada che stiamo percorrendo, tutto intorno non c’è nulla, solo qualche collina deserta; arriviamo fino alla fine della strada a Ras Al Jinz, il punto più orientale della penisola arabica; siamo venuti fin qui con uno scopo ben preciso: le tartarughe marine.

Ogni anno 20.000 tartarughe approdano sulle spiagge di questo tratto di oceano per nidificare, il periodo migliore per vederle va da settembre e novembre, però si avvistano tutto l’anno; le specie che si possono avvistare sono la tartaruga franca o verde e la tartaruga embricata, meno frequentemente anche la tartaruga liuto o la tartaruga olivastra.

Il sultanato dell’Oman è impegnato nella tutela dell’ambiente e delle tartarughe ed infligge pene severe a chi danneggia l’ecosistema o mette a rischio questi animali; a tal proposito ha creato una riserva naturale e l’unico modo per vedere le tartarughe è di rivolgersi al Ras Al Jinz Scientific and Visitor Center.

E’ l’unica costruzione presente nella riserva, è un edificio un po’ brutto a dir la verità, dello stesso colore del terreno, ha finestre solo dalla parte della strada da cui siamo arrivati, sul lato opposto invece non ci sono né finestre né luci per non disturbare le tartarughe.

Al suo interno c’è un museo, il visitor center e un hotel: noi abbiamo prenotato qui.

Entriamo, facciamo check-in ed andiamo in camera; è un po’ spartana per i nostri canoni, però è l’unica soluzione per dormire nella riserva, oltre a un campo tendato; l’alternativa era prendere un hotel a Ras al Hadd, lungo la strada che abbiamo percorso a circa 20km da qui, ma poi sarebbe stato più scomodo vedere le tartarughe e non avremmo avuto nemmeno la certezza di poterle vedere perché c’è un numero limitato di persone che possono accedere alla spiaggia, gli ospiti dell’hotel dentro la riserva hanno la precedenza.

Andiamo a visitare il museo multimediale, è fatto davvero molto bene e ci fa scoprire molte cose sulle tartarughe; ci chiediamo se riusciremo a vederle, è dicembre e non è il periodo migliore siamo un po’ in ansia.

Il meeting point per l’avvistamento delle tartarughe è alle 21,00 in reception, quindi andiamo a cena prima delle 20,00; è a buffet e ci sono sia piatti omaniti/indiani (link food) sia occidentali, ma quest’ultimi non sono particolarmente esaltanti, comunque noi preferiamo mangiare la cucina locale durante un viaggio.

Ci dividono in più gruppi da 15 persone ciascuno: chi pernotta nell’hotel della riserva naturale ha la precedenza per scendere in spiaggia, gli altri scenderanno dopo; queste misure sono state adottate per proteggere le tartarughe e non infastidirle durante la deposizione delle uova.

Alle 21,30 si parte! Un gruppo di ranger ci accompagna, scendiamo verso la spiaggia a piedi sulla sabbia al buio, meno male che  hanno delle torce perché è praticamente impossibile vedere dove mettiamo i piedi, non c’è nemmeno la luna; la spiaggia dista 400 metri.

Quando arriviamo un paio di ranger restano lì con noi e gli altri vanno a perlustrare la spiaggia, e subito dopo uno di loro torna da noi, ha avvistato una tartaruga! Che emozione! Nello stesso tempo un altro ranger ne ha avvistata un’altra dalla parte opposta.

Ci dividiamo in due gruppi e andiamo a vederle, la prima che vediamo ha già quasi terminato, sta ricoprendo le uova con la sabbia, con le pinne anteriori lancia la sabbia all’indietro per coprire il buco di un metro e mezzo dove ha deposto le uova; sembra fare una fatica immane povera, viene voglia di aiutarla, ma ovviamente dobbiamo restare a distanza e in silenzio.

Non si possono scattare foto, ma questo vale solo per la sera, è prevista un’altra discesa per l’avvistamento prima dell’alba riservata solo agli ospiti dell’hotel, si potranno fare fotografie; la sensazione è che stanotte dormiremo pochissimo, ma non importa, siamo venuti fino a qui non di certo per dormire ma per vedere le tartarughe.

Anche la seconda tartaruga sta riempiendo la buca, è rivolta con le spalle al mare così come è salita sulla spiaggia, quindi quando termina di coprire le sue uova si gira facendo leva con le pinne anteriori, si volta verso il mare e lentamente torna in acqua, appena viene raggiunta dalle onde inizia a nuotare e dopo poche pinnate non la vediamo più.

Un altro ranger ne ha avvistata una terza, questa è salita da poco dall’oceano, sta finendo di scavare la buca e subito dopo inizia a deporre le uova, che emozione! Una tartaruga marina depone 100-200 uova.

In altri viaggi avevamo già visto le tartarughe in spiaggia, ma mai mentre depongono le uova; che peccato non poter fare le fotografie, ma è una scena che ci ricorderemo per sempre.

Siamo emozionati e pensiamo che quello che abbiamo visto ha superato di molto le nostre aspettative, siamo felici, ma arriva un ranger e ci fa segno di seguirlo in silenzio.

Incredibile! Ha trovato un nido dove si stanno schiudendo le uova, siamo senza parole.

Due ranger smuovono un po’ la sabbia, questo aiuta i tartarughini a orientarsi e trovare più rapidamente la strada per uscire in superficie, ma che meraviglia! Sono piccolissimi, con le pinne anteriori enormi e sproporzionate rispetto al corpo; dopo tutto è l’unica cosa che gli serve per riemergere dalla sabbia recarsi verso l’oceano ed iniziare a nuotare.

Non sapendo dove andare l’istinto li porta a seguire la luce, poiché di notte, quando solitamente si schiudono le uova, l’acqua dell’oceano riflette la luce della luna e delle stelle; per questo motivo è fondamentale che tutto intorno non ci siano luci artificiali, le piccole tartarughe potrebbero essere tratte in inganno, cambiare direzione andando incontro alla morte.

I ranger aiutano le piccole tartarughe ad orientarsi utilizzando una pila perché non c’è la luna e quindi potrebbero perdersi.

L’illuminazione delle aree di nidificazione, insieme alla pesca intensiva, la caccia e la distruzione dell’ambiente, è una delle principali minacce per la sopravvivenza di tutte le specie di tartarughe marine.

Dopo aver visto questo spettacolo della natura ci riaccompagnano al visitor center e incrociamo altri gruppi che stanno scendendo alla spiaggia.

Sono quasi le 23, siamo felici ed emozionati dello spettacolo a cui abbiamo assistito, andiamo a dormire immediatamente perché vogliamo andare giù in spiaggia anche la mattina seguente e dobbiamo essere al visitor center alle 4; abbiamo 5 ore scarse di sonno.

La sveglia suona alle 3,45, ci vestiamo e scendiamo velocemente e andiamo al meeting point del visitor center, in confronto a ieri sera, stamattina non c’è nessuno: solo gli ospiti dell’hotel e nemmeno tutti.

A differenza di ieri sera, si può portare la macchina fotografica ma è vietato l’utilizzo del flash perché potrebbe disturbare le tartarughe.

Alle 4,00 partiamo, siamo cosi pochi che ci portano giù con il pick-up, appena arriviamo poco distante da noi c’è una tartaruga che ha appena terminato di deporre le uova e con le pinne posteriori le muove per insabbiarle; poi inizia a spalare la sabbia con le pinne anteriori per ricoprire il buco, l’operazione dura dai 30 ai 45 minuti.

E’ importante che il buco sia profondo a sufficienza per garantire una temperatura costante e anche per nascondere le uova dai predatori; il periodo di incubazione va dai 40 ai 60 giorni.

Ne vediamo altre due impegnate a coprire i buchi e poi troviamo un altro nido con le uova che si stanno schiudendo, che meraviglia.

Facciamo molte foto ma non è facile fare belle fotografie perché non c’è luce, solo le pile dei ranger; speriamo che almeno qualcuna sia bella, ma la cosa più importante è stato vederle, poche cose riescono a dare emozioni così forti.

Quando inizia ad esserci un po’ di luce si riescono a intravedere tutte le tartarughe sulla spiaggia che spalano la sabbia, man mano che fa più chiaro si vedono tutte le tracce delle tartarughe che sono ritornate in acqua.

Il sole sta per sorgere e il cielo si dipinge di colori che vanno dal rosa, all’arancione, al rosso; anche le ultime tartarughe tornano verso l’oceano, facciamo un giro sulla spiaggia e poi torniamo a piedi al visitor center.

Sono le 6 del mattino, andiamo in camera, dormiamo un’ora e poi scendiamo a fare colazione; poi facciamo check out e partiamo, il deserto omanita ci aspetta.

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