Durante il nostro viaggio in Namibia abbiamo percorso km e km su strade strerrate dal Fish River Canyon fino alle cascate di Epupa al confine con l’Angola, ma uno dei momenti più indimenticabili è stato quando siamo finalmente giunti a Sesriem, uno dei punti da cui è possibile accedere al Deserto del Namib e porta d’ingresso della regione di Sossusvlei che a sua volta fa parte del più grande Namib-Naukluft National Park.

Il Deserto del Namib occupa la parte occidentale del paese e si affaccia sull’Oceano Atlantico, è una delle attrazioni turistiche  più affascinanti della Namibia; le dune cambiano forma di continuo modellate dal vento e il sole, durante l’arco della giornata, le colora di tonalità intense che mutano dal giallo all’arancione fino ad un rosso intenso.

I momenti migliori per visitarle sono l’alba e il tramonto quando la sabbia assume colori intensi, e il sole crea lunghe ombre, un’esperienza affascinante.

La zona di Sossusvlei è una delle più facilmente raggiungibile e, anche per questo, una delle più visitate, noi ci siamo arrivati facendo tappa a Sesriem, dove, oltre ai lodge e campi tendati, si possono acquistare i biglietti per il parco, qui infatti si trova uno dei pochi cancelli di accesso al parco nazionale.

Una volta entrati nel cancello del parco incredibilmente ci siamo trovati su una strada asfaltata che porta all’interno della riserva, questo ci ha stupiti non poco visto che in Namibia ci sono quasi esclusivamente strade sterrate, però la macchina ringrazia e anche noi ci godiamo quel “liscio” inaspettato.

La striscia di asfalto corre per 60 chilometri ma a due terzi del percorso ci fermiamo per una tappa imperdibile: la Duna 45.

Si chiama così proprio perchè si trova al 45° chilometro della strada che da Sesriem porta a Sossusvlei, è la duna più famosa e più fotografata, facile da raggiungere e da scalare grazie alla pendenza non elevata.

Se la Duna 45 è la più fotografata, Big Daddy è la più alta del parco e del mondo, raggiunge i 380/390 metri e il vento ne modifica l’aspetto costantemente.

Percorrendo la strada abbiamo avvistato un gruppo di Orici che arrancavano su una duna, sono animali spettacolari che si sono adattati perfettamente alla vita in territori dalle condizioni estreme come il deserto; ci siamo soffermati a guardarne uno in particolare, il sole lo colpisce di lato e l’ombra sulla sabbia crea un effetto impossibile da non immortalare in una foto.

Dopo l’ennesima “pausa fotografica” abbiamo proseguito fino al termine della strada asfaltata dove si incontra il parcheggio per le macchine che non sono 4×4, qui infatti l’asfalto lascia il posto a piste di sabbia finalmente; ci sono le navette ma, visto che avevamo un fuoristrada, abbiamo deciso di provare l’emozione di guidare sulla sabbia.

Non è stato facilissimo nonostante il nostro fuoristrada sia attrezzato perfettamente, forse era la nostra guida offroad un po’ scarsa, ma alla fine abbiamo percorso i 6 km che ci separavano da Sossusvlei.

Il territorio di Sossusvlei è attraversato da diversi corsi d’acqua e pozze effimeri, tali pozze in afrikaans sono chiamate vlei che significa “pantano” o “acquitrino”.

Queste pozze restano asciutte per lunghi periodi di tempo, a volte anni interi, e il fondo assume il caratteristico colore bianco, in forte contrasto con l’arancione delle dune, a causa della composizione salina del terreno.

Qui, immersi in uno degli ecosistemi più antichi e aridi del pianeta, abbiamo scalato una duna scattando diverse fotografie, abbiamo goduto di questo spettacolo e il silenzio che ci avvolgeva, tutto attorno a noi solo dune arancioni e qualche rara acacia.

Un luogo incantevole che ci ha fatto innamorare della Namibia.

 

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