Gli antichi mercanti e i governanti di Khiva, nell’odierno Uzbekistan, grazie alle loro ricchezze, hanno costruito sontuosi palazzi, decorati finemente e lussuosamente arredati; questi palazzi non solo erano le loro dimore, ma erano adibiti a ricevere gli ospiti.

Tutti questi palazzi erano sempre suddivisi in due parti: una parte pubblica dove venivano ricevuti e alloggiati gli ospiti, venivano celebrate le feste e si trattano gli affari; un’altr parte privata che era la residenza della famiglia del mercante o del governatore, qui si trovava anche l’harem.

I palazzi della città vecchia di Khiva

Il Palazzo di Kunya Ark

Il Palazzo di Kunya Ark è un palazzo fortificato, venne costruito nel XVII secolo da Arangan Khan, il figlio di Anusha Khan e divenne la residenza dei sovrani di Khiva.

Non è solo un palazzo ma, in pratica, è una città nella città poiché, all’interno delle sue mura fortificate, si trovavano una moschea, gli uffici, le stalle, i laboratori degli artigiani, la zecca, l’arsenale, la prigione oltre, ovviamente, all’area residenziale e l’harem.

In realtà quello che si vede oggi è solo una minima parte di quello che fu il palazzo ai tempi della sua costruzione.

Prima di entrare nel palazzo, sulla sinistra, si trova lo Zindon, la prigione, un edificio basso al cui interno si trovano catene e altri strumenti di reclusione.

Si accede al complesso del palazzo dall’unico ingresso che si trova lungo le mura orientali, l’ingresso presenta due torri sormontate da due piccole cupole di majolica verde ed è protetto da due cannoni di rame.

E’ possibile visitare un meraviglioso cortile interno, i cui muri sono completamente ricoperti da majoliche azzurre, blu e bianche; questo cortile ha una forma rettangolare e nelle mura perimetrali si aprono dei porticati sorretti da sottili colonne in legno inciso.

Ogni porticato aveva una sua funzione specifica, come ad esempio la moschea estiva, che ha un meraviglioso soffitto in legno dipinto con colori caldi come il rosso, l’arancione e l’oro e bellissime piastrelle bianche e blu alle pareti con motivi floreali.

Proprio accanto alla moschea estiva si trova la vecchia zecca, in questo spazio oggi c’è un piccolo museo che espone antiche monete e banconote.

Uno di questi porticati finemente decorato era la sala del trono dei sovrani di Khiva, Kurinish Khana, anch’essa si trovava all’esterno; qui i khan ricevevano i visitatori illustri, tenevano le udienze e davano consigli e ordini ai propri sudditi; il trono originale purtroppo non si trova più qui, ma venne portato in Russia durante il periodo sovietico ed ora è esposto all’Hermitage di San Pietroburgo, qui è presente una copia.

Nel cortile si trova uno spazio circolare dove, un tempo, veniva allestita la yurta reale, dove venivano ricevuti gli ospiti che avevano uno stile di vita nomade.

Nelle piccole stanze intorno alla sala del trono venivano custoditi i tesori e i manoscritti più preziosi, inoltre erano il luogo in cui il khan si poteva rifugiare per trovare un po’ di tranquillità e silenzio.

Dalla sala del trono si può accedere direttamente, attraverso una scala, alla torre di guardia, dalla cui sommità si può ammirare un panorama spettacolare su tutta la città vecchia di Khiva.

Oggi in alcuni di questi porticati si trovano alcuni artigiani che realizzano e vendono le loro opere ai visitatori.

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Il Palazzo di Tash Khauli o Tosh Hovli

Il Palazzo di Tash Khauli o Tosh Hovli è successivo al Palazzo di Kunya Ark, venne commissionato nel 1830 da Allah Kuli Khan con l’obiettivo di farne la nuova dimora dei sovrani di Khiva.

Ci vollero 8 anni e 1000 schiavi per completare la costruzione di questo palazzo, ma l’architetto responsabile del progetto venne ucciso poiché non riuscì a completare questo immenso palazzo nei tempi previsti.

Questo palazzo aveva più di 160 stanze; la parte più antica è costituita dall’haremche è stato costruito intorno a un cortile; su un lato del cortile si trovano 4 spazi aperti, uno per ogni moglie del khan, mentre su un altro lato si trova uno spazio finemente decorato che fungeva da soggiorno estivo per il khan, dal lato opposto si trovavano le stanze delle concubine.

E’ possibile visitare la sontuosa camera da letto dove il khan riceveva le mogli e le concubine.

La vita delle concubine nell’harem era particolarmente difficile, solitamente erano schiave che venivano introdotte nell’harem all’età di 12 anni e, se erano particolarmente fortunate, riuscivano a sopravvivere fino ai 30 anni.

Solo le quattro mogli del khan potevano avere figli, quindi se una concubina rimaneva incinta, veniva costretta ad abortire, pratica che spesso era fatale anche per la concubina stessa.

Quando l’emiro moriva tutte le sue concubine venivano vendute al mercato degli schiavi poiché non potevano diventare le concubine del nuovo khan.

La parte del palazzo che ospita l’harem è finemente decorata ed è meravigliosa: una parte dell’harem oggi ospita un museo di artigianato tradizionale.

Un lungo corridoio collegava l’harem a un cortile pubblico, o Ishrat Khauli, dove il khan, seduto sul trono, riceveva le delegazioni e gli ospiti; anche qui è presente uno spazio in cui veniva eretta la yurta reale.

Un terzo cortile, Arz Khana, che significa “cortile della legge”, è più grande del Ishrat Khauli ed era il luogo in cui si discutevano gli affari di stato più importanti e dove il khan, che ogni giorno trascorreva qui 4 ore, dirimeva i problemi di giustizia: c’erano due uscite da questo cortile, una per gli innocenti e l’altra per i colpevoli che venivano condotti all’esecuzione.

Le piastrelle di questo cortile sono tra le più belle e finemente decorate di tutta Khiva.

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KHIVA - PALAZZI

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