Quando si pensa ad una meta per un safari fotografico solitamente il Mozambico non viene mai nominato, nonostante questo paese abbia due interessanti destinazioni dove poter osservare la fauna selvatica: il Parco Nazionale di Gorongosa e la Riserva di Niassa, o Nyassa.

Nell’estremo nord del Mozambico si trova l’enorme riserva di Niassa, confina con la Tanzania, ed è la più grande area protetta del Mozambico, con una superficie di 42.000 kmq, è anche una delle aree protette più estese in Africa.

Durante la guerra civile, che ha colpito duramente il paese, la Riserva di Niassa è stata gravemente danneggiata, durante gli anni ’70 e ’80, gli animali furono cacciati pesantemente dalla popolazione affamata alla ricerca di cibo.

Negli ultimi anni le popolazioni di antilopi e altri mammiferi hanno iniziato lentamente a riprendersi, e il parco ha iniziato a diventare una meta di grande interesse per i safari.

Fare safari nella riserva di Niassa non vuol dire andare alla ricerca dei big five ma immergersi in una vasta natura incontaminata, con pochissimi altri visitatori.

Dati recenti indicano che la riserva di Niassa ha attualmente circa 12.000 elefanti, 9.000 antilopi nere e molte migliaia di bufali, ci sono inoltre alcefali, eland e zebre, kudu, bushbuck, impala, gnu e ippopotami.

Nella Niassa si trovano anche numerosi predatori come leoni, leopardi e iene maculate, oltre a circa 200 licaoni, una specie rara e in via di estinzione.

La grande diversità di specie animali presenti nella Riserva Niassa è un fatto abbastanza naturale se si considera che fa parte dello stesso ecosistema della vasta Selous Game Reserve della Tanzania, non essendoci recinzioni tra le due aree gli animali migrano liberamente da una riserva all’altra, tanto che si sta pensando di unirle in un unico parco il Transfrontier Peace-park.

La riserva è di circa 42.000 chilometri quadrati il che vuol dire il doppio del Parco Nazionale Kruger in Sudafrica, è la più grande area protetta del Mozambico ed è anche una delle più grandi riserve di boschi di miombo del mondo, la foresta di miombo infatti copre metà della riserva; il resto del territorio è prevalentemente savana aperta, con alcune zone umide e macchie di foresta isolate.

L’altro parco importante del Mozambico è Gorongosa, collocato nel cuore del Mozambico centrale, è stato proclamato parco nazionale dal governo portoghese nel 1960 e si trova all’estremità meridionale della Great African Rift Valley.

Il parco ospitava una delle più grandi popolazioni di fauna selvatica in tutta l’Africa, ma a causa di soldati affamati durante la guerra civile e del bracconaggio, la popolazione di alcune delle specie è diminuita di quasi il 95%.

Alla fine della guerra civile il parco era rovinato e vuoto, sembrava la triste storia di un parco naturale distrutto e irrecuperabile, ma per fortuna nel 2004, il filantropo americano Greg Carr è sceso in campo fondando il Gorongosa Restoration Project e investendo diverse decine di milioni di dollari.

Gorongosa vanta ancora una grande varietà di piante e specie animali, alcune delle quali uniche nella zona, il Parco Nazionale è un vera storia di successo in termini di riabilitazione e conservazione, oggi qui si possono ammirare diverse specie animali tra cui impala, antilopi d’acqua, elefanti, facoceri, ippopotami, kudu, leoni, zebre, bufali, gnu, coccodrilli del Nilo e, più recentemente, hanno fatto ritorno i leopardi; inoltre sono presenti 400 specie diverse di uccelli.

Un recente censimento aereo ha stimato che sono 70.000 gli erbivori che si trovano nel parco, inoltre oggi Gorongosa ospita la più grande popolazione di antilopi d’acqua nelle aree protette dell’Africa, mentre fino a 500 leoni si aggirano nelle pianure alluvionali.

Nella lingua Mwani, Gorongosa significa “luogo di pericolo”, ma la bellezza del paesaggio fa dimenticare questo nome poco rassicurante; qui infatti sono presenti cascate, laghi, gole, pianure ricoperte di savana e le foreste di acacie della febbre.

Il comprensorio del monte Gorongosa ha foreste pluviali, praterie montane, foreste fluviali lungo i suoi fiumi, foreste e boschi di savana alle quote più basse, gli altipiani sono ricoperti dalle piante di miombo, mentre circa il 20% delle praterie della valle viene inondato per la maggior parte dell’anno.

A causa di forti piogge il parco diventa inaccessibile durante alcuni mesi dell’anno, la stagione dei safari è generalmente tra aprile e novembre, i mesi che coincidono con la stagione secca.

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