Porto de Galinhas si trova in Brasile, nello stato di Pernambuco, a circa 70 km dalla città di Recife; è una località famosa per le sue spiagge ed è frequentata soprattutto da sudamericani e nordamericani ma, negli ultimi anni, inizia ad essere apprezzata anche dagli europei.

Questa allegra cittadina però ha una storia un po’ poco “divertente” e deve il suo bizzarro nome proprio al suo cupo passato.

Porto de Galinhas infatti significa “Porto delle Galline”, ma non fa riferimento a delle turiste un po’ troppo stupide, ma bensì a una pratica comune in vigore al tempo della tratta atlantica degli schiavi.

Tra il 1501 e il 1866 infatti si stima che circa 5 milioni di persone, prevalentemente dall’Angola, dal Ghana, dal Benin e dalla Nigeria, vennero imprigionate e portate in Brasile per essere impiegate come schiavi nelle piantagioni di canna da zucchero, nelle miniere d’oro e di diamanti di Minas Gerais, nell’allevamento e nella coltivazione del caffè; il Brasile è stato il paese che, in quei secoli, ricevette il maggior numero di schiavi e fu anche l’ultimo ad accettare l’abolizione della schiavitù.

Prima dell’abolizione totale della schiavitù, nel 1888, ci fu un periodo in cui la schiavitù era ancora in vigore ma era già stato dichiarato illegale il commercio di schiavi, in particolare nella zona del Brasile dove si trova proprio Porto de Galinhas; ma il bisogno continuo di manodopera, la vicinanza con il continente africano e gli alti profitti che derivavano da questa attività hanno fatto si che i mercanti si ingegnarono per trovare un sistema per continuare i loro traffici.

Fu così che gli schiavi continuarono ad arrivare dall’Africa, anche dopo che il commercio venne vietato; uomini e donne venivano nascosti nelle stive delle navi sotto a delle gabbie piene di galline, in modo che nessuno potesse scoprire il vero carico delle navi.

Quando la nave con il carico illegale entrava in porto gli uomini di bordo urlavano “Abbiamo galline nuove nel porto!” “Tem galinha nova no porto”; questo era il segnale in codice che faceva intendere che a bordo delle navi vi erano degli schiavi.

Il porto, che in passato si chiamava Porto Rico, divenne così noto come il “Porto delle Galline” o “Porto de Galinhas”.

Fortunatamente oggi del suo triste passato è rimasto solo il nome e una serie di statue di galline disseminate per la città; Porto de Galinhas oggi è una località solare e divertente dove poter trascorrere qualche giornata di mare in relax o praticare sport acquatici, come ad esempio il surf, o sfrecciare a bordo di dune buggy alla ricerca di spiagge deserte, dove si può cenare in uno dei tanti ristoranti o acquistare una delle tante galline che vengono vendute nei negozi di artigianato.

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