Uscendo da Muscat abbiamo imboccato un’autostrada nuovissima che passa attraverso le montagne che circondano la città; la strada si dirige verso Est costeggiando l’oceano indiano sulla sinistra, mentre sulla destra si aprono una serie di Wadi spettacolari, sono dei canyon che si sono formati tra le rocce, sul fondo solitamente scorre un fiume che rende la terra circostante particolarmente fertile, in pratica delle vere e proprie oasi.

Proseguendo verso oriente siamo arrivati nella cittadina di Sur, caratterizzata da costruzioni a 2 o 3 piani, tutte bianche costruite intorno a una insenatura di acqua salata e a un lago che si riempie di acqua con l’alta marea, mentre con la bassa marea è poco più di una palude; siamo saliti su una collina appena fuori Sur e da lì la vista è meravigliosa e di impatto.

La nostra guida ci ha portato a visitare una sorta di cantiere navale che costruisce Dhow tradizionali.

Il Dhow è un’imbarcazione a vela tipica della penisola arabica, ma è diffusa anche in India e sulla costa di Kenya e Tanzania poiché in passato questi ultimi erano parte del Sultanato dell’Oman.

In passato erano utilizzati per gli scambi commerciali e trasportavano merci e sono provvisti solo di vele, quindi erano dipendenti dai monsoni; oggi sono utilizzati solo da turismo e per uso personale.

Ci hanno raccontato che molti omaniti preferiscono acquistare un Dhow  anziché un moderno yacht poiché preferiscono veleggiare e rimanere legati alle loro tradizioni.

La costruzione è artigianale, ci vogliono dagli 8 ai 12 mesi di lavoro per consegnare un Dhow al suo nuovo proprietario e la lavorazione è tutta fatta a mano; la barca è costruita interamente in legno di tek che proviene dal Congo o dalla Malesia, il legno viene trattato con il sangue di pesce per farlo indurire.

Al momento della nostra visita stavano costruendo 3 imbarcazioni, 2 delle quali sono state ordinate da una famiglia del Qatar, il costo di ognuna è di 250.000€ senza l’arredamento.

Nel cantiere c’era un profumo di legno quasi inebriante, sembrava di essere in una baita in montagna.

Lasciato il cantiere, passiamo sopra il ponte sospeso costruito sullo stretto che divide il lago salmastro dall’insenatura sull’oceano percorriamo la corniche e andiamo fino all’estremità della penisola che abbraccia la baia dove sorge un faro, di per sé non è nulla di che ma da qui la vista sulla baia è spettacolare, con tutte le casette bianche che si riflettono nell’acqua, merita di arrivare fin qui anche solo per scattare una foto.

A Sur c’è anche un forte in stile portoghese, andiamo a vederlo, è a pianta quadrata con quattro torri, il classico castello delle fiabe; ma non è nulla in confronto ai forti che ci sono a Nizwa e dintorni.

Quella che era una sosta in un viaggio da Muscat a Ras El Jinz si è rivelata una visita molto interessante e un viaggio affascinante indietro nel tempo.

Info utili per un viaggio in Oman

Stato: Sultanato dell’Oman

Capitale: Muscat

Lingua: Arabo

Moneta: Omani Rial OMR

Religione: Mussulmana

Compagnia aerea di bandiera: Oman Air

Quando andare in Oman

Il periodo migliore per visitare il paese va da ottobre a marzo quando il clima è più fresco e le temperature vanno dai 10 ai 19 gradi di minima e dai 28 ai 40 gradi di massima.

Il clima è tendenzialmente secco e soleggiato tutto l’anno.

Da evitare i mesi estivi quando le temperature diurne sfiorano i 50 gradi ed il clima è un po’ umido.

Consigli utili per un viaggio in Oman

Da portare in valigia: Creme solari ad alta protezione e occhiali da sole.

Indumenti leggeri, pantaloni lunghi e maglietta a maniche lunghe per visitare le moschee, un foulard per le donne sempre le moschee, una felpa pesante per l’escursione termica nel deserto.

Macchina fotografica con un obiettivo base, 18-90 è perfetto.

Consigli per la salute: portatevi i medicinali di prima necessità poiché è molto difficile trovare farmaci al di fuori della capitale.

Prestate attenzione all’acqua, sempre meglio evitare di ingerire l’acqua del rubinetto anche se non comporta grandi rischi per la salute come altrove.

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