La Namibia è un paese meraviglioso con il suo deserto e gli animali selvatici, ma anche per le popolazioni che ci vivono.

Una di queste sono gli Himba, popolo nomade, composto da circa 12.000 individui, che vive nella remota regione incontaminata del Kaokoland, nella Namibia Settentrionale.

A differenza di altre popolazioni di questa regione dell’Africa, gli Himba hanno avuto pochi contatti con i coloni occidentali e questo gli ha consentito di mantenere intatte le loro tradizioni, usi e costumi.

Infatti, ancora oggi, vivono in villaggi con capanne a forma conica costruite utilizzando rami e foglie di palma intrecciati e cementati con fango e sterco.

Vivono di pastorizia e sono nomadi, infatti si spostano 2 o 3 volte in un anno alla ricerca di pascoli per i propri animali.

Le donne indossano i capi tradizionali realizzati in pelle e usano cospargersi il corpo con una mistura fatta con burro, ocra ed erbe; molti pensano che lo scopo principale di questa usanza sia di proteggere la pelle dal sole, ma in realtà è per un fattore estetico.

Inoltre hanno delle acconciature molto particolari: fanno una specie di trecce cosparse sempre con il mix di terra, erbe e burro ed indossano dei copricapi fatti anch’essi di pelle; sono molto belle da fotografare.

Sono le donne che compiono i compiti più pesanti: costruire le capanne, allevare i bambini e mungere gli animali, trasportare l’acqua dal fiume al villaggio, oltre, ovviamente, a cucinare; inoltre la donna più anziana cura il fuoco sacro che arde sempre al centro del villaggi, rappresenta lo spirito protettivo del bene e quindi non deve mai spegnersi.

Gli uomini invece indossano abiti tradizionali e il loro compito è quello di portare gli animali al pascolo.

Noi abbiamo visitato due villaggi Himba durante il nostro viaggio, uno più grande nei pressi di Opuwo, la cittadina più grande della regione, e uno molto più piccolo nei pressi delle Epupa Falls, al confine con l’Angola.

Nel villaggio più vicino ad Opuwo c’erano molte persone e quando siamo arrivati ci hanno accolto dentro il recinto del villaggio; c’erano solo donne e si sono sedute tutte in cerchio intorno al fuoco, alcune di loro avevano anche degli oggetti da vendere: cestini intrecciati e loro oggetti personali come le loro collane e i copricapi.

E’ stato interessante girare per il villaggio e scoprire la loro cultura e le loro tradizioni; abbiamo anche scattato belle fotografie.

L’altro villaggio che abbiamo visitato invece era molto più piccolo, in pratica era abitato da un’unica famiglia, quando siamo arrivati i bambini erano alle prese con delle caprette che erano fuggite dal recinto di legno mentre una donna stava cucinando sul fuoco, mentre il marito chiacchierava con noi raccontandoci aneddoti.

Abbiamo avuto la sensazione che questo secondo villaggio fosse meno abituato alle visite dei turisti e quindi loro fossero incuriositi da noi come noi lo eravamo da loro.

E’ stata un’esperienza interessante che consiglio a chiunque abbia intenzione di visitare la Namibia.

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